Manuale vene varicose

PREVENIRE E’ MEGLIO

Sono oramai diversi anni che nei Piani Sanitari Nazionali si raccomanda ai cittadini di impegnarsi in prima persona per un obiettivo di salute attraverso la prevenzione delle malattie.
La prevenzione richiede un’alleanza fra cittadini e medici e si deve basare sulla combinazione di suggerimenti medici, che possono portare a forme di prevenzione mediante farmaci, sostanze naturali, altri presidi, ma soprattutto di un deciso cambiamento di stili di vita potenzialmente dannosi per la salute.
Cerchiamo allora di capire cosa bisogna fare per prevenire al meglio i disturbi legati alla MVC e proviamo a farlo richiamando, quando possibile, proprio i fattori di rischio appena descritti:


Quando si lavora in piedi...
...utilizzare calzature comode, sollevarsi ogni tanto sulla punta dei piedi e camminare quando possibile
Staticità e Movimento.  Chi è costretto a lavorare in piedi (compreso il lavoro della casalinga mentre stira o è ai fornelli) dovrebbe camminare ogni qualvolta ciò sia possibile, eseguire movimenti delle caviglie ( sollevamenti ritmici in punta di piedi), far uso di scarpe comode ed adatte. Altrettanto per chi lavora seduto, con l’attenzione a posi­zioni ergonomiche dalla colonna vertebrale all’appoggio dei piedi, meglio su idonei poggiapiedi. Se la posizione a gambe accavallate non è un problema in salotto, tuttavia in lavori obbligati (sarte, ad esempio) può costituire un reale ostacolo al ritorno venoso.
Camminare bene: l'esercizio più semplice ed efficace
Il movimento più utile nella prevenzione delle malattie venose è soprattutto camminare, l'esercizio di gran lunga più semplice ed efficace per innescare i processi di ritorno venolinfatico. Occorre sviluppare il mo­vimento della marcia dai fianchi, ricercando oscillazioni misurate delle braccia ed una po­stura eretta del tronco, fonte di profonde ed efficaci respirazioni addominali. E frequente la convinzione di aver camminato molto in casa, per il semplice fatto che si è stati poco seduti. In realtà la distanza percorsa in ambienti chiusi, in un giorno, raramente supera il chilometro, mentre trenta minuti di passeggiata, di buon passo, portano o compiere almeno il doppio della distanza.
Da un punto di vista fisiologico, l'appoggio ritmico della pianta del piede, attivando la pompa plantare, rappresenta il meccanismo più importante di ritorno venoso periferico: esso, associato all'azione di compres­sione delle vene profonde esercitata dall'azione muscolare, rende insostituibile lo deambulazio­ne in un'epoca in cui ogni attività è resa possibile utilizzando mezzi di trasporto.

Alcuni semplici esercizi da camera sono di sicura utilità
Posizione di partenza

Flessioni ripetute 15-20 volte

Flessioni schiena-gambe 8-10 movimenti lenti

Sollevamento 4-6 volte
Sport e Ginnastica.  In linea di principio sono consigliabili tutti gli sport ad azione muscolare tonica. La marcia, lo jogging, la danza, il golf, la bicicletta, lo sci di fondo, sono tutte ottime pratiche sportive. In particolare un cenno sui vantaggi del nuoto in vacanza o come sport. Già il bagno di mare esercita i suoi benefici effetti attraverso molteplici fattori: le compo­nenti solide inorganiche dell’acqua di mare (cloruri, sodio. magnesio, calcio, potassio, io­dio, ecc.), ed organiche (prodotti di alghe), la temperatura, il movimento ondoso che si so­mma a quello compiuto dal soggetto durante l'immersione (anche nel semplice camminare con l’acqua alla vita). Il movimento, associato alla compressione idrostatica (che nell’acqua di mare e termale è ancora più intensa) e ai benefici effetti della bassa tempe­ratura e della respirazione più profonda rendo­no il nuoto esercizio di grande valore pre­ventivo-terapeutico. Il tennis, molto praticato e piacevole ad ogni livello agonistico, non do­vrebbe essere controindicato in eccessi di saluti­smo (è stato infatti ben documentato il valore della compressione con calze elastiche nei gio­catori di tennis per prevenire disturbi venosi).
La ginnastica sarà sempre da associare, ove è possibile, alla deambulazione e mirata ad estendere appunto le strutture mu­scolari. A questo scopo, ottimali i saltelli ed i salti (anche con la corda), la cyclette da camera (quest'ultima regolata su un percorso in pianu­ra, della durata di circa venti minuti ed evitando sforzi eccessivi, peraltro inutili allo scopo). Esi­stono inoltre esercizi da camera specifici per favorire il ritorno venoso, alcuni dei quali molto semplici, da eseguire sia in orto che in clinostatismo («passeggiata a letto»). Insegnarli e farli diventare abitudine può risultare estremamente utile in determinate condizioni di postura coat­ta, come la permanenza a letto prolungata (per scongiurare rischi di trombosi da stasi), o le posizioni proprie di certe professioni (stiratri­ce, parrucchiere, attività commerciali, ecc.).




Per chi lavora seduto a lungo...
...mantenere una posizione corretta, utilizzare se possibile poggiapiedi e interrompere l'attività ogni tanto per sollevare le gambe.
Postura.  Non sempre è possibile una corretta attività motoria per motivi correlati alle necessità lavo­rative, agli spostamenti, a motivi di salute generale. E’ consigliabile non sostare a lungo in piedi o, se inevitabile, far ricorso ad uno degli esercizi di ginnastica in ortostatismo già descritti. Peraltro anche la prolungata stazione seduta è sconsigliata. Periodicamente sarà necessario muovere alcuni passi.

La posizione da tenere a letto è parimenti importante. Il fraintendimento del consiglio di tenere sollevate le gambe può portare a collocare cuscini sotto i piedi, provocando una pericolosa iperestensione o compressione del polpaccio, ma soprattutto devono essere ottenute condizioni ad un tempo di corretto scarico verso il cuore e di comfort; esempi virtuosi sono l’uso di letti snodabili, di rialzi al letto (cubi di legno di varie altezze) o del materasso (con cuscini o meglio appositi cunei in gomma disponibili in commercio) onde realizzare una sopraelevazione variabile tra i 15 e 30 cm.

L'azione benefica del massaggio assicura un'immediata sensazione di benessere
Massaggio.  Il massaggio rappresenta un valido presidio terapeutico-preventivo delle forme di ritenzione idrica periferico di origine micro­vascolare e dell'insufficienza venosa e flebolin­fatica cronica. A prescindere dalle tecniche impiegate, è importante sottolineare che l'azio­ne benefica dell'intervento massoterapico si esplica su tutte le strutture anatomiche dell'arto inferiore, favorendo il progressivo recupero delle capacità tissutali di smaltimento dei prodotti di degrado cellulare.
A livello del compartimento interstiziale l'a­zione del massaggio graduale favorisce l'allon­tanamento di molte sostanze di rifiuto dell’organismo, del­l'acido lattico e dell'acido carbonico, riversan­doli nei collettori linfatici e nel sistema venulare. Si determina un netto «guadagno» a favore dei processi di ricostruzione e rigenerazione cellulare con conseguente migliora­mento dei tessuti. Si ha anche un aumento del tono mu­scolare. Il graduale effetto sulle attività meta­boliche permette una progressiva decompressio­ne delle strutture del sistema microcircolatorio e sulla funzione “drenante” linfatica.
Non è poi trascurabile l'azione positiva determi­nata sulle terminazioni del sistema nervoso detto simpatico, responsabile del controllo dei vasi venosi e arteriosi, ciò che porta ad un riequili­brio del tono delle pareti venose.
La metodica più collaudata per tutte le forme di flebo-linfostasi, il linfodrenaggio manuale, fu introdotta da E. Vodder nel 1936 anche se solo recentemente si è largamente diffusa su basi scientifiche.
Sul piano tecnico, il concetto dell'azione «meccanica» si basa sull'armonico spostamento di liquidi e soluti interstiziali attraverso i capillari linfatici verso i gangli o pozzi di drenaggio principali.
La ritmicità e la fluidità dei movimenti del­l'esecutore sono fondamentali e devono rispet­tare e potenziare le capacità fisiologiche di smaltimento idrico dei tessuti trattati, è quindi importante valutare ogni distretto anatomico nella sua «globalità» imprimendo forza e coor­dinazione al gesto manuale compressivo.
Le sensazioni di benessere immediato indicano una buona esecuzione tecnica del massaggio la cui efficacia è certo dipendente dalla capacità manuale dell'esecutore.

Tenere sotto controllo il peso privilegiando alimenti vegetali e ricche di fibre.
Obesità e stipsi  Una guida dietetica per il paziente in prospettiva preventiva dovrà basarsi sul con­trollo delle calorie e sulla ricchezza in fibre e vitamine: dieta ipocalorica equilibrata, consu­mo di pane e altri cereali integrali, consumo di molta verdura (legumi freschi, carciofi, catalo­gna, ecc.) e crusca, consumo di molta frutta (arance, limoni, kiwi, ecc.). Importante appare anche l’apporto vitaminico con integratori (vitamina P).






Evitare bagni eccessivamente caldi...
...e controllare la giusta temperatura
Calore.  Tutti coloro che soffrono di patologie venose o ne sono a rischio dovrebbero evitare l’esposizione a fonti di calore. Il problema del clima non è evidentemente risolvibile, tuttavia le fonti di calore diretto possono essere evitate (riscaldamento a pannel­li, ecc.): non il sole ed il desiderio di abbronza­tura, non controindicati se non si esagera ( non dimenticate i danni alla pelle e il rischio di tumori della pelle dei raggi ultravioletti soprattutto senza adeguata protezione) e se accompagnati da idoneo bagno e movimento delle gambe.
Un'attenzione particolare andrà riservata al bagno, mai troppo caldo (un’ eccezione è rap­presentata dai «bagni alla Kneipp» con getti caldo/freddi perché l'acqua calda scorre per breve tempo senza gli effetti negativi dell'immersione).
Il livello termico del bagno è considerato cofattore di rilievo nel determinismo dei fenomeni, diretti ed indiretti, che portano, mediante balneoterapia aspecifica a stimolazione del meccanismo di termoregolazione, vasodilata­zione capillare periferica, iperdinamismo circo­latorio, favorendo lo sviluppo di circoli collate­rali e un’azione sui tessuti cutanei. In generale il livello di temperatura tra i 30° C ed i 37° C (acque cosiddette termali) è conside­rato valore termico ideale per le angiopatie periferiche e per le flebopatie in specie: infatti è noto che nei pazienti affetti da problemi di MVC temperature più elevate sono del tutto incongrue e nocive a causa dell’eccessivo effetto vasodilatatore che provocano (nel caso della sauna ne sono stati studiati gli effetti negativi).

Calze elastiche.  Nella prevenzione un ruolo cardine è giocato dall'azione elastotensiva intesa sia come attività contenitiva sia compressiva. Si parla di con­tenzione per significare la prevenzione dell'ac­cumulo di fluidi interstiziali e di conseguenza l’aumento di dimensioni dell’arto interessato, ottenendo inoltre per l'effetto pressorio aggiun­tivo, esterno alla contrazione muscolare, una propulsione attiva del ritorno venoso.
La compressione è un meccanismo di sup­porto muscolare, a volte di sostituzione vera e propria della pompa muscolare degli arti infe­riori, fondamentale nella circolazione venolin­fatica perché esercitata sulla superficie dell'ar­to, viene trasmessa in profondità e determina un aumento della pressione tissutale. La com­pressione favorisce una maggiore velocità circo­latoria e l'aspirazione del sangue dai capillari e venule verso i grossi tronchi venosi, specie durante la marcia quando la pressione venosa profonda aumenta sensibilmente. La compres­sione di grado elevato, infatti, può svolgere un'azione adeguata anche sulle vene profonde.
Le calze elastiche preventive, da non confondere con quelle terapeutiche possono essere quindi molto utili per evitare/ritardare la comparsa dei disturbi della MVC. Attualmente esiste una certa confusione nel­l'inquadramento della graduazione dei valori di contenzione/compressione. Ciò è attribuibile alle tecniche di misurazione dei valori che variano da paese a paese anche in ambito dell'U­nione Europea.
Le calze leggere, ad azione coadiuvante o preventiva, si distinguono generalmente per numero di Denari, una misura commerciale tessile dell'elasticità delle calze e collant. In realtà il modo più corretto di distinguere una calza elastica è quello che ne valuta la capacità elastocompressiva in termini di pressione esercitata sulla gamba. In ogni caso, per capirsi, la compressione alla caviglia di una calza «leggera» di 40 Den è di 7,1 mmHg, di 70 Den 12,5 mmHg e di 140 Den 16,8 mmHg.
Le calze elastiche preventive possono essere definite quelle con classe di compressione fra 10 e 20 mmHg e sono indicate soprattutto in presenza di:

- Pesantezza e affaticamento dell'arto
- Vene varicose di grado lieve durante la gravidanza
- Vene varicose di grado lieve senza edema significativo
- Profilassi antitrombotica e antiembolica di pazienti immobilizzati ( in questo caso si usano le cosiddette calze antitromboemboliche)
- Profilassi durante viaggi lunghi (Sindrome da Economy Class)
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