Le calze elastiche
Cosa sono
Le calze elastiche a compressione graduata possono essere di grande aiuto per nostre gambe, funzionando da “pompa supplementare” aiutando quindi lo “svuotamento” delle vene delle gambe favorendo il ritorno del sangue al cuore. Le calze elastiche a compressione, pur non producendo la guarigione dalle vene varicose, sono in grado di rallentarne l’aggravamento, riducendo i disturbi: senso di pesantezza, gonfiore, dolenzia.
La compressione elastica può essere l’unico provvedimento negli stadi iniziali e meno “impegnativi” della malattia venosa, è utile per le donne in gravidanza e nei pazienti per i quali la terapia chirurgica o la scleroterapia non sono indicate; costituendone comunque presidio complementare di accertato beneficio. Infine, sono basilari nella prevenzione e cura della maggior complicanza: l’ulcera flebostatica.
Queste calze hanno un livello di compressione maggiore alla caviglie e poi man mano minore risalendo verso il ginocchio e l’inguine (vedi
fig 1); in questo modo il sangue contenuto nelle vene dilatate viene “spremuto” verso l’alto e spinto nelle vene profonde da cui proseguirà poi per il normale ritorno al cuore.
Figura 1: l’effetto compressivo è massimo alla caviglia e si riduce risalendo lungo la gamba
L’entità dell’effetto compressivo è in relazione alle necessità individuali. Esistono calze per coloro che devono fare una prevenzione (lavoro in piedi senza movimento, gravidanza) e calze destinate a curare i vari gradi dell’insufficienza venosa. Nel primo caso si usano calze dette “riposanti”, nel secondo calze “terapeutiche”.
Le calze da riposo, o preventive, esercitano una forza di compressione alla caviglia che dovrebbe essere inferiore ai 18 mmHg alla caviglia, mentre a livello della coscia la pressione deve essere il 40% circa di quello alla caviglia. Le calze riposanti sono esteticamente più gradevoli di quelle terapeutiche per leggerezza, trasparenza e gamma di colori.
Le calze terapeutiche sono veri e propri dispositivi medici, e devono essere prescritte da un medico e vendute presso punti vendita autorizzati; dovendosi ricordare che non tutte le calze sono fabbricate secondo la certificazione europea (normativa RAL-GZ 387/1).
Sia per le calze preventive, ma soprattutto per quelle terapeutiche, la taglia giusta è fondamentale. Le calze terapeutiche sono quasi calze su misura: è fondamentale una corretta presa di misure (caviglia-polpaccio-coscia) da parte del personale addetto alla prescrizione o alla vendita. E’ inoltre essenziale la precisione nella scelta della classe di compressione (I-II-III-IV) più adatta alla gravità della patologia; la classe di compressione deve essere indicata dal medico.
Come si usano
Le calze elastiche vanno indossate preferibilmente prima di alzarsi dal letto o comunque su gambe non gonfie e tolte prima di andare a letto. La tecnica è illustrata nella
figura 2.
Figura 2: come indossare le calze a compressione graduata
E consigliabile indossare dei guanti prima di infilare le calze, poiché in questo modo non si rischia di rovinare il tessuto e si fa meno fatica ad indossarle.
Se la calza è a punta aperta, si deve infilare prima di tutto il calzare sul piede per favorirne lo scivolamento verso l’alto; il calzare è in dotazione alla calza stessa e deve essere rimosso una volta indossato il tutore. Le gambe dovranno essere asciutte; è consentito eventualmente l’utilizzo di un poco di borotalco per rendere la superficie cutanea più liscia e favorire lo scorrimento della calza. Si possono utilizzare due sistemi per indossare i tutori elastici: 1) si infila una mano nella calza per andare ad afferrare il tallone, così è possibile rovesciare la calza fino al tallone stesso; si inserisce il piede e poi si svolge la calza verso l’alto; 2) si fa scorrere piano piano la calza portandola verso l’alto un po’ per volta, accompagnando il tessuto senza tirare troppo. Bisogna evitare pieghe o zone dove la calza è troppo “tirata”.
La calza si toglie afferrandola in alto e spingendola verso il basso, rovesciandola poi con delicatezza.
Se non si utilizza una calza intera, ma un gambaletto, questo non deve essere stirato troppo in alto a coprire una parte del ginocchio o addirittura essere rovesciato verso il basso perché così si possono creare costrizioni dolorose e dannose per il ritorno venoso.
Le prime volte, dopo aver messo la calza, si potrà avvertire la sensazione di gambe molto costrette, ma basterà avere un po’ di pazienza e presto ci si sentirà a proprio agio; anzi, di solito chi soffre di insufficienza venosa agli arti inferiori non potrà più fare a meno della calza una volta abituato a portarla.
E’ sempre indicato rivolgersi al proprio medico quando ci si renda conto che la calza non riesce più a controllare i sintomi dell’insufficienza venosa (ad es. il gonfiore, dolore, pesantezza), oppure quando inizia a scendere/cadere lungo la gamba o provoca fastidio.
Come si conservano
Conservare correttamente le calze è essenziale per mantenerne l’elasticità e per farle durare più a lungo (trattata correttamente una calza indossata quotidianamente può durare 4-6 mesi). E’ quindi necessario:
- Lavare spesso la calza (lavaggi frequenti non danneggiano il tessuto) usando acqua tiepida e sapone neutro.
- Non usare la lavatrice.
- Non usare solventi o candeggianti.
- Dopo il lavaggio sciacquare abbondantemente con acqua tiepida.
- Non strizzare o asciugare per esposizione diretta al sole, su radiatori o vicino a fonti di calore.
- La calza deve asciugare distesa su un piano, possibilmente tra due panni asciutti.
In caso di danni al tessuto, come smagliature o recisioni della maglia, la calza deve essere sostituita. Può essere opportuno disporre di due paia di calze alternandole tra loro.
Bisogna ricordare che le calze elastiche da sole non sostituiscono il movimento: camminare regolarmente è essenziale per la salute delle gambe.