Manuale vene varicose

La terapia



Cure personalizzate

E' difficile, e certamente non corretto proporre una cura dell'insufficienza venosa unica per tutti i pazienti.
La terapia non chirurgica (farmaci, elastocompressione) è utile e anche sufficiente in molte situazioni. Ma spesso, quando si parla di cura in questo campo, il paziente pensa a "sbarazzarsi" delle sue dolorose e brutte varici o dei suoi gravi gonfiori ed ulcerazioni della pelle.
Le cure classiche, allora, sono rappresentate dall'intervento chirurgico di asportazione delle varici o della loro chiusura con iniezioni sclerosanti. Cure non nuove, entrambe, se già nell'Ottocento e in parte anche nell'antica Roma erano già praticate.
Il miglioramento delle conoscenze dovuto soprattutto all’introduzione dell’ecografia ( ecocolorDoppler) nello studio delle vene ha modificato profondamente l’approccio alla chirurgia o alla scleroterapia delle varici venose. Mentre in passato si tendeva all’asportazione totale delle principali vene superficiali delle gambe ( safenectomia), attualmente si cerca di conservare quanto più è possibile delle vene safene e più in generale del deflusso del sangue dalla gamba verso il cuore ( cura “emodinamica”), eseguendo interventi più “soft”, più fisiologici e meno traumatizzanti. Di non minore importanza è poi il maggior rispetto degli aspetti estetici, attraverso l'uso di mini-incisioni chirurgiche o la cura ablativa-obliterativa, mediante l’uso del Laser endovascolare, oltre che al minor disagio grazie a tecniche anestesiologiche locali che permettono nella maggioranza dei casi interventi ambulatoriali o in “day-surgery” . Stabilito che l'indicazione chirurgica deve essere ristretta ed appropriata, come risoluzione del momento varicoso a scopo sintomatologico, preventivo o terapeutico delle complicanze (non bisogna rimuovere vene "innocenti"), la scelta dell'intervento sarà personalizzata caso per caso: “à la carte” come viene detto in Francia ove la cucina è famosa, o “tailor made”, "su misura," come viene detto in Inghilterra ove è famosa la sartoria maschile.
Anche la scleroterapia, largamente impiegata per le vene di piccolo calibro, ma non solo, ed i cosiddetti inestetici "capillari", sta vivendo un periodo di forte rinnovamento grazie alle sostanze da iniettare più maneggevoli e ad acquisizioni tecniche come la sclerosi eco-guidata o la mousse, una sorta di schiuma di micro-bollicine che riduce la quantità di liquido sclerosante ma con maggior efficacia.
La chirurgia e la scleroterapia hanno proprie e precise indicazioni, ma è soprattutto la complementarietà delle cure che può dare i migliori risultati. Questa deve comprendere inoltre, laddove sia necessario, tutti quei provvedimenti di prima indicazione preventiva, come idoneo stile di vita, massaggio, calze elastiche, sostanze naturali.


Per tutti: farmaci e sostanze naturali

Piante ad azione flebotropa sono conosciute fin dall'antichità e descritte da Plinio , Virgilio e tanti altri letterati e scienziati nei secoli passati . E' solo però negli ultimi 40 anni che si è sviluppato un notevole interesse per queste sostanze sulla base dell'elevato costo socio-economico delle malattie venose. Non deve pertanto stupire come le prescrizioni e le autoprescrizioni di sostanze per le vene siano così diffuse. Abbiamo parlato di farmaci e sostanze naturali "flebotrope". Questa è la definizione più moderna che esprime una molteplicità di azioni (tropismo) sulle vene (flebo). E' però ancor comune sentir parlare di "flebotonici", la vecchia definizione riferita al più noto meccanismo d'azione sul tono venoso.
Tutte le situazioni di insufficienza venosa beneficiano infatti di queste sostanze, dal più comune uso sintomatico e di conforto per una migliore qualità della vita al coadiuvare altre terapie in usi più complessi. Da qui altre definizioni, che ben spiegano l'efficacia: "vasoprotettori"; "sostanze capillaroprotettrici".
La famiglia dei bioflavonoidi è ricca di 600/800 sostanze naturali. Molte di queste sono ormai ben note a tutti.
Gli estratti dei semi di Ippocastano, attivi sul microcircolo, sono da sempre presidio contro le gambe pesanti e gonfie.
La rutina, altrettanto, conosciuta anche come vitamina P, si caratterizza per l'azione sulla permeabilità capillare.
L'estratto di meliloto, il cui principio attivo è la cumarina, apporta sul versante microcircolatorio anche un incremento di velocità di flusso della linfa.
Non dimenticheremo di certo bioflavonodi come la diosmina, l’esperidina, l’oxerutina, gli antocianosidi del mirtillo nero o dell’uva rossa, farmaci la cui efficacia clinica sembra comprovata da alcuni studi.
Di origine animale è invece il sulodexide, uno dei farmaci più innovativi per razionale di impiego in casi di malattia venosa cronica, specie nelle forme più difficili da trattarsi come le ulcere varicose e la sindrome post-trombotica.
Negli anni più recenti sono state scoperte delle importanti relazioni fra malattia venosa cronica, infiammazione e alterazioni locali della coagulazione del sangue e si è visto che almeno alcuni di questi farmaci come il sulodexide sembrano proprio interferire con questi meccanismi.
L'impiego di farmaci e sostanze flebotrope ha un preciso ruolo anche nella prevenzione e non solo nella terapia medica dell'insufficienza venosa. L'insufficienza venosa ed in genere varici e "capillari", espressione di ristagno, sono riconducibili inoltre a danni microcircolatori e metabolici connettivali (l'impalcatura in cui i vasi sono collocati) che costituiscono la premessa per una profilassi attiva non unicamente sul tono venoso, bensì a più livelli fino all' effetto antiossidante.
Non bisogna infatti attendersi effetti determinanti sulle vene di grosso e medio calibro, bensì è sui disordini del territorio terminale che i bioflavonoidi esplicano la loro azione più significativa.
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