Manuale vene varicose

Esistono delle condizioni o delle situazioni che possono favorire la comparsa della malattia?

La MVC con sviluppo di vene varicose compare molto spesso senza una causa nota (forma primaria), anche se può essere accelerata o aggravata da diversi fattori di rischio, molti dei quali noti. E’possibile che alcuni di questi fattori di rischio, soprattutto se associati ad altre condizioni possano anche causare la malattia. Più raramente la comparsa di vene varicose è secondaria ad altre malattie come una precedente trombosi venosa profonda, fistole artero-venose o malformazioni vascolari. Nella forma primaria domina una debolezza strutturale della parete delle vene di origine complessa che alla fine produce la dilatazione del vaso ed il malfunzionamento delle valvole venose. Si dice spesso che la frequente comparsa delle vene varicose alle gambe sia il prezzo che il genere umano deve pagare per aver conquistato la stazione eretta. Quale che sia la vera causa della MVC primaria, è in ogni caso molto importante conoscere i fattori di rischio per lo sviluppo della MVC.

I principali sono la familiarità, l'età, in parte il sesso, l’obesità.

Familiarità  E' certa la ricorrenza di problemi da stasi venosa alle gambe , specie varici e teleangectasie, in membri della stessa famiglia. Più discussa appare una vera e propria trasmissione genetica di malattie delle vene.

Età  E' noto e dimostrato l'aumento lineare di frequenza di varici e di tromboflebiti con l'aumentare dell'età.

Sesso  Tradizionalmente considerato il fattore più importante, tanto da dirsi malattie delle vene = malattie delle donne; in realtà è stato ridimensionato dalle moderne indagini epidemiologiche. Nella donna di certo hanno un ruolo determinante le gravidanze, soprattutto se multiple, per un meccanismo misto ormonale e compressivo.

Staticità.  Dalla fisiologia sappiamo che il sangue venoso si muove se noi ci muoviamo. Se il sangue venoso ristagna troppo a lungo nelle gambe provoca un aumento di pressione che con vari meccanismi può favorire la dilatazione patologiche delle vene superficiali. La società moderna purtroppo favorisce la staticità. Sono a particolare rischio le persone costrette a lavorare in piedi per lunghi periodi (compreso il lavoro della casalinga mentre stira o è ai fornelli) o in posizione seduta, per esempio davanti allo schermo del computer; in questo caso si associano inoltre una serie impressionante di vizi posturali. Anche tenere le gambe accavallate per lunghi periodi ( ad esempio può capitare alle sarte) può rallentare fortemente il deflusso del sangue dai polpacci.

Obesità e stipsi  Sono fattori di rischio importanti, probabilmente ma non solo per la compressione sulle vene della regione pelvica e perché la percentuale di persone obese è in continuo aumento.
Contrariamente alla patologia vascolare ar­teriosa. sono scarsi i dati clinici che indichino l'importanza del tipo di alimentazione sulle malattie venose. Esistono studi su dati dell'OMS che motive­rebbero una maggior frequenza della malattia varicosa nei paesi ricchi, in relazione a carenza di vitamina E nel rapporto con gli acidi polinsaturi. L'alimentazione gioca un ruolo importante nella patogenesi delle malattie venose, come nella prevenzione, attraverso l'obesità e la stipsi. In pratica non esistono diete «specifiche», ma il controllo del sovrappeso è importante per condizioni benigne come la «cellulite» e ad elevato rischio come le trombosi venose profon­de o le recidive di trombosi. Inoltre è negativa la sua azione sulla statica corporea. Un'anca, e soprattutto un ginocchio ed una caviglia sovraccaricate dall'obesità impedisco­no corretti movimenti. La stipsi riveste un ruolo nell'ostacolare il flusso refluo dalle vene del bacino, particolar­mente a sinistra.

Calore.  La prolungata esposizione o il contatto con fonti di calore può scatenare o peggiorare i disturbi nelle persone affette da MVC

...meglio utilizzare calzature comode, con tacco largo e non troppo alto

Abbigliamento.  Le costrizioni da abbigliamento sono fre­quentemente incriminate nella visione preventi­va dell'insufficienza venosa. Nonostante sul piano etiopatogenetico l'argomento sia fragile (studi epidemiologici eseguiti nel mondo indu­striale non hanno rivelato che vi siano differenze tra operai con vestiti larghi o stretti) è certo che alcune situazioni vadano considerate come pe­ricolose.
L'elastico delle calze, sotto il ginocchio, specie se sottile e non a banda larga, stringe e comprime con effetti realmente negativi sulla stasi venosa. Di certo meno importante di quanto si creda, risulta essere la compressione del vestiario (jeans, ecc.): chi porta, oggi, corsetti costrittivi che impediscono i fisiologici movimenti respiratori del diaframma ? I moderni busti modellanti il corpo appaiono sufficientemente rispettosi della fisiologia.
Di massima importanza risulta invece sempre più l'abitudine a calzature sbagliate. Dal causare deformità del piede e conseguentemente alterazioni della statica dell'arto, alla necessità di correggere quando necessario, con idonei plantari, le pur lievi malformazioni (piede piat­to, cavo, varo, ecc). Un'attenzione va infine data al tacco: se tacco «a spillo» e punta stretta sono il concentrato di tutti gli errori possibili, un tacco alto 3-4 cm. ma largo, può anzi favorire la spinta di ritorno della pompa plantare-articola­re-muscolare.

Sport  Se è vero che la pratica sportiva agevola la fisiologia venosa e costituisce elemento di pre­venzione, tuttavia alcuni sport possono com­portare un ostacolo alla normale flebodinamica: sollevamento pesi, per l'eccessiva pressione in­tratoracica e intraddominale; canottaggio ed equitazione, per le posizioni obbligate; tennis e basket, per le contrazioni brusche e le repentine interruzioni del movimento muscolare.

Se costretti a stare a lungo seduti...
Viaggi.  Una condizione di stasi è accentua­ta da lunghi viaggi in aereo o pullman durante i quali saraà utile alzarsi ogni ora circa per camminare. Un lungo viaggio è da considerare, in generale, sconsigliabile di un punto di vista igienico per le persone a rischio. Basti pensare che una parte delle trombosi e delle recidive tromboflebitiche è legata a tale condizione: tale evento causale viene rilevato in anamnesi, almeno due settimane prima dell’esordio clinico. Le soste in questi casi dovrebbero essere piuttosto frequenti, con brevi passeggiate (bastano pochi minuti).




...è bene sgranchirsi ogni tanto le gambe per riattivare la circolazione.
Per quanto riguarda il viaggio aereo la prevenzione appare più problematica, specie in classe economica ed in voli superiori alle 3-4 ore: ma una pur limitata fisica alle gambe associata all’uso di gambaletti elastici appare raccomandabile.
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